In pillole: flash sulla bellezza
a cura della redazione di
BEAUTY HORIZONS
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Voce: Elisa Novaresi
TKS Publisher / Lead digital designer
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Oggi il green va di moda e l'immagine di felicità, salute e bellezza sono collegati alla natura e alla sua riscoperta. La moda delle diete vegetali assicura freschezza e leggerezza.
Le piante e le erbe stanno sempre più dominando i trattamenti di bellezza e di wellness attraverso la fitocosmesi: la scienza che estrae sostanze attive dal mondo vegetale e le trasforma in prodotti cosmetici. Si studia, si sperimenta e continuamente ci si sorprende nel vedere dimostrata la saggezza delle credenze popolari.
In Austria e Ungheria, da secoli, si definisce "oro verde" l'olio tratto dai semi delle zucche locali? Hanno ragione. Si è scoperto che aumenta il tono muscolare ed è un formidabile decongestionante. Nel Mediterraneo il rosso dei pomodori evoca la vivacità e la freschezza? Giusto. Contiene il licopene, che agisce contro l'invecchiamento cellulare, le infiammazioni e le malattie vascolari generate da processi ossidativi.
I pilastri della fitocosmesi sono tre: gli olii, gli estratti vegetali, le sostanze funzionali (cioè i principi attivi, che le moderne tecniche analitiche consentono di identificare negli estratti naturali e di isolarli in forma più concentrata oppure di riprodurli fedelmente in laboratorio). Tra gli esempi più significativi ricordiamo l'acido glicirretico, una sostanza bianca, isolata dalla liquerizia, con grandi virtù curative quale disarrossante, decongestionante e cicatrizzante o gli antocianosidi, principi attivi del mirtillo efficaci per gli occhi e le pelli sensibili.
Su questi tre pilastri si sviluppano erboristeria, cosmetologia e trattamenti farmacologici, ma attenzione: non tutto ciò che è naturale è anche puro e sano. Anzi. Le piante sono i grandi filtri per depurare l'atmosfera e in un ambiente sempre più inquinato possono diventare depositi (addirittura discariche) di veleni: metalli pesanti e principi chimici di ogni genere. L'industria seria pertanto compie i necessari test di purezza sui vegetali usati e sempre più si organizzano coltivazioni speciali che evitino l'inquinamento o le più recenti biotecnologie che riescono a coltivare cellule staminali vegetali in reattori, isolandone con grande accuratezza, le frazioni chimicamente attive.
Il primo pilastro della fitocosmesi, quello degli olii, è giustamente il più diffuso e popolare. Olii idratanti, anti invecchiamento, ammorbidenti, sono entrati nella pratica quotidiana e hanno una virtù che li renderà sempre più utili. L'industria, a cominciare da quella alimentare, moltiplica infatti gli additivi: conservanti, antiossidanti, coloranti e aromi sintetici, cresce l'inquinamento ambientale e di conseguenza si moltiplicano le allergie e le intolleranze.
Almeno per la bellezza, gli olii puri ci mettono in parte al riparo da questi problemi. Infatti, per la loro natura non richiedono l'uso di conservanti e si "auto-proteggono ", non hanno bisogno di additivi chimici, (basta infatti un poco di vitamina E per proteggerli dall'ossidazione e al tempo stesso proteggere la nostra pelle dall'invecchiamento foto-indotto). Così chi ha problemi di disagi cutanei quando utilizza i comuni bagnoschiuma, potrà stare immerso a lungo nei moderni olii da bagno, arricchiti di tensioattivi a base di derivati dello zucchero, senza timori di allergie.
Il secondo e il terzo pilastro, estratti e principi attivi isolati dai vegetali, sono quelli destinati a darci le novità più interessanti. Le possibilità sono infatti sterminate e possono soddisfare tutte le funzioni cosmetiche, agendo dalla punta dei capelli a quella dei piedi, come promettevano gli erboristi e gli speziali di un tempo. Gli esempi riempiono volumi: la cellulite può trarre giovamento dalla Centella asiatica o dall'Edera, il rilassamento dei tessuti dalla Ginkgo biloba, dalla Coda cavallina, o dalla Trigonella. Aloe, Malva e Calendula idratano le pelli aride. Biancospino, Grano e Limnanthes alba o schiuma dei prati aiutano i capelli a mantenersi lucenti. Per le pelli giovani, afflitte dall'acne, si
dimostrano utili i principi attivi sebo-regolatori e antibatterici contenuti nel cavolo, nel rosmarino, nella salvia, e nelle spezie.
Non soltanto gli animali, ma anche le piante possiedono ormoni: i fitoestrogeni con innumerevoli effetti sulla bellezza, a cominciare dalla prevenzione dell'invecchiamento cutaneo. Ne è particolarmente ricca la soia. Forse la pelle degli orientali è così liscia, i capelli così lucenti e neri a lungo proprio per questo? Ma anche il luppolo, caro ai bevitori di birra, contiene fitoestrogeni particolarmente attivi per lo sviluppo e la tonicità del seno.
Il mondo vegetale ci apre possibilità immense. Nel medioevo, le piante venivano osservate nel vicino bosco e pazientemente catalogate dai monaci erboristi ma le piante sono, nei diversi continenti, centinaia di migliaia e la globalizzazione ha reso ancora più evidente il bisogno di conoscerne tutte le specie viventi. La salvezza della foresta amazzonica ad esempio, costituisce un problema mondiale anche perché essa contiene specie sconosciute, che rischiano di scomparire.
Oggi un immenso aiuto ci viene dalle tecnologie informatiche che permettono di archiviare, testare, sperimentare con controlli incrociati, miliardi di interazioni possibili tra principi attivi dagli effetti imprevedibili aprendo la strada verso nuove terapie e nuove speranze di una prolungata giovinezza.
Lo scienziato russo Pavlov, all'inizio del secolo, cercò di dimostrare che a uno stimolo esterno gli organi interni reagiscono automaticamente sempre allo stesso modo. Il "cane di Pavlov" diventò simbolo di "riflesso condizionato" e un "riflesso" tipico fu considerato la "acquolina in bocca" scatenata al pensiero del cibo. Non solo nei cagnolini, ma anche negli uomini, l'acquolina arriva con il profumino di un arrosto o di un piatto desiderato.
Non c'era forse bisogno dell'accuratezza di Pavlov, perché l'influenza degli odori (di tutti gli odori) sull'uomo è nota fin dall'antichità e lo stesso Aristotele aveva battezzato gli stimoli odorosi con nomi legati alle sensazioni evocate.
Nei bracieri e sugli altari di tutto il mondo antico si bruciavano bacche e fiori profumati, come l'incenso, in grado di dare tranquillità, di spingere al misticismo e alla meditazione. Gli atleti greci che gareggiavano alle Olimpiadi completamente nudi si cospargevano di olii odorosi le varie regioni cutanee non solo per essere profumati ma per trarne efficienza e benessere.Infatti sentirsi bene con sé stessi e con l'ambiente circostante è il primo passo verso la salute e la bellezza: una bellezza fatta sì di forme e colori armoniosi ma anche di equilibrio interno e di serenità."Mens sana in corpore sano " dicevano gli antichi romani, equilibrio di forze Yn e Yan dicono le ancora più antiche filosofie orientali."Kalos kai agatos"(bello e bravo) sintetizzavano i Greci, intendendo che la bellezza esterna e la virtù interiore sono strettamente unite.
La società del terzo millennio si avvicina sempre più a questo concetto e sottolinea la profonda connessione fra mente e corpo, suggerendo l'esercizio fisico, la vita sana, l'alimentazione equilibrata soprattutto in questo prolungato momento di pandemia.
Equilibrio e benessere sono impalpabili come il complesso mondo degli odori che ci avvolge fin dalla nascita e che ci condiziona più di quanto noi stessi crediamo.
Gli odori sono infatti molecole, sostanze chimiche volatili che si staccano dalle cose e dagli esseri viventi. Si spargono nell'aria, arrivano al nostro naso, che le cattura e trasmette, sotto forma di stimoli, attraverso milioni di recettori olfattivi, sino al nostro cervello, dove lasciano spesso un'impronta indelebile per tutta la vita.
Profumo è vita, è movimento e trasformazione: animali, piante, esseri umani emettono precisi stimoli odorosi. Ma anche i cibi (ricchi di enzimi) o gli oggetti inanimati che si trasformano, come il legno che brucia, hanno un loro odore caratteristico con cui noi veniamo in contatto e con cui il nostro cervello interagisce.
Scegliere quindi un cosmetico, un profumo per sé o per la casa, circondarsi di fiori profumati o semplicemente cucinare un buon piatto incide sul nostro benessere. Il mondo scientifico ha avviato da anni importanti studi per cercare di capire il significato psicobiologico e psicosociale delle note odorose, verificando sino a che punto il profumo influenza la nostra vita e il nostro benessere. Si approfondiscono, attraverso analisi strumentali, le risposte del comportamento, cercando di capire l’influenza degli odori su forme di depressione e malinconia, se e come viene migliorato l'aspetto fisico, la gioia di vivere e i rapporti interpersonali.
Le neuroscienze aprono i loro studi alle possibili terapie attraverso le molecole odorose: le uniche che, superando le barriere difensive del cervello umano, riescono a raggiungere zone nascoste e inesplorate della nostra mente.
Già sono noti gli effetti benefici dei profumi balsamici (pino, eucalipto, timo) sul sistema respiratorio, gli effetti stimolanti di rosmarino, timo e garofano, mentre i profumi di rosa, anice, camomilla o verbena odorosa calmano e rilassano.
Contro lo stress, consiglia Cooksley, nel suo testo classico di aromaterapia, si faccia uso di lavanda, bergamotto, ylang-ylang e legno di sandalo, ma per l'ansia nulla di meglio della romantica violetta o della classica lavanda: profumi cari alle nostre nonne e ai raffinati gentiluomini dei primi novecento.
Le spezie sembrano aiutare chi soffre di depressione: noce moscata, chiodi di garofano e cannella, ma anche il nostrano basilico o i purissimi fiori bianchi di gelsomino raccolti alle prime luci dell'alba.
Si studiano, con tecnologie nuove, sostanze antiche: fiori, erbe e profumi, ma anche riproduzioni olfattive di prodotti inesistenti in natura, che nascono nei laboratori di sintesi che ricordano fedelmente i frutti maturi, l'erba appena tagliata, il calore afrodisiaco dell'ambra e del muschio, senza alterare l’ecosistema.
La scienza avanza, il lavoro continua, i risultati sperimentali lo incoraggiano: un buon odore aiuta a vivere più a lungo, perché rende più felici e più resistenti alle aggressioni della vita, anche a quelle ambientali o dovute a malattie, alle quali oppone un aumento delle difese immunitarie.