LA SKIN BARRIER:
DAL FACE & BODY ALLO SCALP CARE

Il concetto di barriera cutanea si è progressivamente evoluto da definizione puramente strutturale a un sistema dinamico e multifunzionale responsabile di funzioni che spaziano dall’omeostasi cutanea all’interfaccia tra organismo e ambiente esterno. Non si parla più solo di proprietà fisiche e di organizzazione di corneociti e lipidi intercellulari ma di un network integrato che comprende fattori fisici, chimici, immunologici e microbiotici.
Questa trasformazione ha reso la barriera centrale nei claim cosmetici, dal packaging alla comunicazione: un approccio definibile come barrier-centric skincare che racchiude azioni diverse. Alcune puntano sul concetto di recupero e rispristino delle funzioni della barriera, con azioni strutturali e funzionali di materie prime che vanno a reintegrare lipidi, NMF e proteine. Altri evidenziano la capacità di adattamento della barriera verso stress ambientali, climatici o stagionali. Non mancano gli aspetti di protezione dall’inquinamento, dai raggi UV o dallo stress ossidativo, così come quelli di tipo lenitivo, che alleviano eritemi o irritazioni rispettando la barriera. Centrale anche il tema del microbiota, con claim microbiota-friendly che promuovono l’equilibrio microbico. Ne emerge una visione ampia che rende questo approccio particolarmente rilevante. Il messaggio è chiaro: non esiste un unico claim barriera, ma un mosaico di declinazioni che riflette la natura multifattoriale della pelle. Tuttavia, questo approccio si gioca principalmente nei trattamenti e raramente nel primo passo di tutte le routine cosmetiche: la detersione. Se questo momento è sbilanciato, ogni successivo claim barrier-related parte da basi compromesse. Inoltre, l’attenzione alla skin barrier non può limitarsi a viso e corpo ma estendersi a un distretto cutaneo altrettanto strategico, ma spesso più trascurato: il cuoio capelluto.
UN CONCETTO IN EVOLUZIONE
Lo scalp possiede caratteristiche fisiologiche ed esigenze specifiche che lo distinguono dal resto della cute. La sua struttura è unica: elevata densità follicolare, secrezione sebacea abbondante e un microbiota caratteristico, dominato da alcune specie, fattori che influenzano la fisiologia locale e la predisposizione nei confronti di alcune condizioni (1, 2, 3). Rispetto ad altre aree, il cuoio capelluto mostra una barriera leggermente meno funzionale e quindi più vulnerabile alle alterazioni del film idrolipidico, squilibri e stress esterni (4). In questo quadro, il sebo -e la sua interazione con le comunità microbiche- è un elemento cardine nella fisiologia dello scalp. La componente lipidica, fortemente influenzata dalla secrezione sebacea è costituita da trigliceridi contenenti acidi grassi saturi e insaturi, esteri, squalene, acidi grassi liberi, colesterolo. Variazioni quantitative e qualitative di questi componenti possono determinare condizioni quali seborrea, desquamazione o sensibilizzazione. L’equilibrio è delicato e dipende da fattori intrinseci, come l’età, la predisposizione genetica e profilo ormonale, ed estrinseci, come stress ambientale, inquinamento, uso di prodotti aggressivi o non idonei alle caratteristiche individuali. Tutto ciò può concorrere ad un marcato disequilibrio della barriera cutanea, aprendo la strada a fenomeni infiammatori e alterazioni microbiche. Un altro ruolo rilevante, infatti, è quello del microbiota locale, in particolare la specie di Malassezia in grado di metabolizzare parte dei lipidi generando sottoprodotti come acidi grassi liberi e perossidi di squalene. Questi possono influenzare la composizione microbica e compromettere la barriera, dando luogo a disbiosi e disturbi come dermatite seborroica e forfora. Quest’ultima rappresenta una problematica che affligge fino al 50% della popolazione globale, rimanendo un’area di grande rilevanza per la ricerca e l’innovazione cosmetica. La regolazione della produzione sebacea è quindi un fattore critico per la scalp barrier: una produzione ridotta può compromettere lo strato lipidico protettivo, mentre un’eccessiva secrezione crea un ambiente favorevole alla proliferazione microbica, peraltro intrappolando detriti cellulari e impurità. Al contrario, un microbiota stabile e diversificato contribuisce a rafforzare le difese dello scalp, a ridurre i trigger della forfora e a favorire un ambiente cutaneo più resistente.
BARRIERA CUTANEA DEL CUOIO CAPELLUTO
Da questo quadro emerge l’importanza di una routine di detersione selettiva e personalizzata dello scalp, che parte dalla corretta classificazione del tipo di cuoio capelluto e guidi verso trattamenti capaci di garantire la corretta funzione barriera e promuovere benessere a lungo termine. L’approccio cosmetico barrier-centric, applicato allo scalp, come già avviene nella skincare viso e corpo, si fonda su un principio chiave: la condizione di partenza definisce le priorità che devono essere adattate alle esigenze individuali. La detersione del cuoio capelluto, quindi, non è un atto passivo ma una leva strategica per il mantenimento della barriera.Essenziale per rimuovere impurità, sebo, e residui, la detersione può costituire un problema se condotta in maniera impropria: over-cleansing, tensioattivi aggressivi e frequenza eccessiva di lavaggi alterano il microbiota, riducono i lipidi epidermici e incremento della TEWL. In funzione dello stato, gli obiettivi cosmetici cambiano: un cuoio capelluto secco necessita di strategie di ripristino, come re-lipidizzanti e minimizzazione della detergenza aggressiva. In altri, il focus è il bilanciamento: una cute grassa richiede azione sebo-normalizzante senza eccessiva deplezione lipidica. Uno scalp sensibile impone formulazioni protettive o lenitive, con tensioattivi non ionici o anfoteri e pH adeguato. Ancora, una cute problematica può richiedere attenzione agli aspetti microbici.
Questa diversificazione apre la strada a una segmentazione sempre più definita dei prodotti con lo scalp riconosciuto come ambito rilevante nel paradigma skin barrier (5). A conferma, anche i consumatori mostrano attenzione: secondo Mintel, il 35% dei consumatori tedeschi considera prioritaria la salute del cuoio capelluto, mentre il 29% degli statunitensi ricerca ingredienti di derivazione skincare – tra cui acido ialuronico e niacinamide – all’interno di prodotti scalpcare (6).
DETERSIONE COME STEP CRITICO
Alla luce di queste evidenze, le tecnologie di detersione mirata, si stanno affermando come scenario evolutivo parallelo alla skin cleansing del viso. Dal punto di vista cosmetologico, la modulazione della componente lipidica è cruciale: un eccesso di sebo richiede prodotti capaci di ridurne selettivamente qualità e/o quantità senza compromettere la fibra capillare. In questa direzione, la detersione può evolvere oltre la funzione detergente tradizionale, adottando approcci mirati in grado di colpire specifici sottoprodotti lipidici e preservare al contempo l’integrità della barriera cutanea. A differenza delle formulazioni convenzionali, spesso caratterizzate da un’azione ad ampio spettro che destabilizza il sistema, i moderni prodotti a detersione selettiva intervengono sulle cause primarie dell’alterazione, rispettando le difese naturali dello scalp. Parallelamente, oggi si scelgono accuratamente gli ingredienti: tensioattivi mild per ridurre l’impatto sulla componente lipidica, pre-, pro- e postbiotici per stabilizzare il microbiota locale, contrastando la proliferazione opportunistica di Malassezia in condizioni disbiotiche, componenti biomimetici e ceramidi per ripristinare la funzione barriera. Le formulazioni, ricche di attivi, spostano così il ruolo dello shampoo da semplice detergente a veicolo funzionale per la salute dello scalp. In questo scenario, subentra anche la skinification che si intensifica: ingredienti tipici della skincare -collagene, acido ialuronico e attivi idratanti- sono ormai integrati anche in shampoo e conditioner. La preservazione della barriera dello scalp non è più solo prevenzione di discomfort, ma premessa per la salute follicolare a lungo termine. Lo scalp care diventa così prerequisito per interventi mirati anche alla migliore crescita del capello e per strategie proattive capaci di rinforzare la resistenza ai danni precoci e allo stress.
Questa convergenza con i protocolli di skincare delinea un trend in cui lo scalp care non è più relegato a funzione secondaria, ma parte integrante della cura del sé e diventa anche applicabile il concetto di longevity, già caro alla dimensione face& body.
NUOVI APPROCCI E STRATEGIE SELETTIVE

PAOLA PERUGINI1,2 , CAMILLA GRIGNANI3
1. Università di Pavia
2. Direttore Scientifico, Etichub (spin-off Univ. di Pavia)
3. Marketing Specialist, Etichub (spin-off Univ. di Pavia)
RITAMARIA DI LORENZO
SONIA LANERI
Università di Napoli Federico II | Italia


Bio...

Prof.ssa Paola Perugini, PhD
Professore associato Dip. Scienze del Farmaco - Università di Pavia, Coordinatore Master II livello in Scienze Cosmetologiche, Direttore Scientifico in Etichub srl, Spin-off accademico - Università di Pavia
Dott.ssa Camilla Grignani
Marketing Specialist in Etichub srl, Spin off accademico - Università di Pavia


PEER REVIEWED
TEST DI EFFICACIA E SICUREZZA
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Riferimenti bibliografici
- R. M. Trüeb, J. P. Henry, M. G. Davis, and J. R. Schwartz, “Scalp condition impacts hair growth and retention via oxidative stress,” Nov. 01, 2018, Wolters Kluwer Medknow Publications. doi: 10.4103/ijt.ijt_57_18.
- B. I. Ro and T. L. Dawson, “The role of sebaceous gland activity and scalp microfloral metabolism in the etiology of seborrheic dermatitis and dandruff.,” The journal of investigative dermatology. Symposium proceedings / the Society for Investigative Dermatology, Inc. (and) European Society for Dermatological Research, vol. 10, no. 3, pp. 194–197, 2005, doi: 10.1111/j.1087-0024.2005.10104.x.
- M. Gabarra Almeida Leite and P. M. B. G. Maia Campos, “Correlations between sebaceous glands activity and porphyrins in the oily skin and hair and immediate effects of dermocosmetic formulations,” J Cosmet Dermatol, vol. 19, no. 11, pp. 3100–3106, Nov. 2020, doi: 10.1111/jocd.13370.
- R. Tao, R. Li, and R. Wang, “Skin microbiome alterations in seborrheic dermatitis and dandruff: A systematic review,” Oct. 01, 2021, John Wiley and Sons Inc. doi: 10.1111/exd.14450.
- A Year of Innovation in Haircare, Styling & Colour, 2025, Mintel
- Patent insights: innovation in shampoos & conditioners, Mintel
Il cuoio capelluto si conferma un distretto cutaneo con peculiarità fisiologiche e vulnerabilità specifiche che richiedono strategie cosmetiche mirate. In questo contesto, la personalizzazione è la chiave: differenziare trattamenti in base al tipo di scalp, al profilo lipidico e alle condizioni del microbiota significa offrire soluzioni tangibili. Tuttavia, questa personalizzazione richiede necessariamente una fase di testing rigoroso, in grado di misurare con precisione l’impatto degli ingredienti e delle formulazioni su parametri chiave come barriera cutanea, sebo, microbiota e comfort cutaneo. Un approccio science-driven, che integri innovazione formulativa e validazione sperimentale, può trasformare lo scalp care in un pilastro del benessere personale per risultati sia di breve che lungo termine.
CONCLUSIONI
KEYWORDS
Skin barrier
Scalp care
Detersione
Microbiota
Skinification
Longevity
Il concetto di skin barrier, tradizionalmente applicato a viso e corpo, si estende oggi al cuoio capelluto, riconosciuto come distretto cutaneo con caratteristiche fisiologiche peculiari e vulnerabilità specifiche. In questo contesto, la detersione rappresenta uno step critico: non più un semplice atto quotidiano, ma una leva strategica per preservare l’integrità della barriera. La cosmetica si muove verso tensioattivi mild, ingredienti biomimetici, sebo-selettivi e attivi microbiome-balancing, delineando lo shampoo come veicolo funzionale. Lo scalp care entra così nei paradigmi di skinification e longevity, imponendo un approccio personalizzato e science-driven.





